Testimonianze Preistoriche
Nell’alta Valle del Tirino, sul Monte Serra, nell’attuale territorio di Ofena, è stato ritrovato un frammento osseo di femore probabilmente di uomo giovane: tale ritrovamento archeologico testimonia l’antica presenza umana nel luogo, con insediamenti in grotta risalenti già a circa 80.000 anni fa, in piena età paleolitica. Gli studi condotti ipotizzano che, a partire da forse 5.000 anni fa, le tribù locali abbandonarono grotte e caverne per realizzare i primi insediamenti abitativi all’aperto, proprio nei pressi di Capodacqua, nelle vicinanze di una delle tre sorgenti del fiume Tirino.
Nel territorio di Collelungo, tra Capestrano e Ofena, sono state rinvenute importanti testimonianze della presenza di popolazioni italiche (circa 1000 a.C.).
LA PRESENZA DELL’UOMO IN QUESTO TERRITORIO HA TESTIMONIANZE PREISTORICHE
Nel 1934 fu ritrovata la statua oggi conosciuta come il Guer- riero di Capestrano, forse una tra le opere d’arte maggiori della storia italiana, risalente al periodo italico.
La scultura realizzata da un blocco unico di pietra calcarea, alta 2,10 m e larga 1,35 m, rappresenta un guerriero dell’antico popolo dei “Piceni”, con due lunghe lance ai lati, un piccolo pugnale, una lunga spada e forse un’ascia, oltre al caratteristico grande copricapo. Restano però misteriosi i lineamenti del volto e le proporzioni corporee, che hanno tratti sia femminili che maschili. Una riproduzione fedele all’originale può essere ammirata all’ingesso del Castello Piccolomini in piazza a Capestrano che vi consigliamo vivamente di visitare.
Verso la metà del I sec. a.C. l’imperatore Claudio fece realizzare una strada consolare, per collegare Roma e il versante adriatico; questa via attraversava tutta la valle Tritana e coincideva con alcuni dei tratturi della transumanza, dove i pastori locali conducevano greggi di pecore, spostandosi dagli Altipiani del Gran Sasso, scendendo nella valle del Tirino, per raggiungere le calde pianure pugliesi poste a sud ovest.
È stata anche una terra di confine e di scontri tra impero Borbonico e regno della Chiesa sorvegliata dalle due fortificazioni Rocca Calascio e Capestrano (visibili dal lago) che fungevano da vere e proprie frontiere per monitorare l’intrusione del nemico.
Le Torri di avvistamento poste in altura comunicavano di giorno con il fumo e di notte con il fuoco per difendersi dalle varie incursioni delle milizie.L’importanza agricola e sociale del luogo arrivò fino a noi attraverso la costruzione del lago nel 1965 a scopo irriguo per l’importante Agricoltura della Valle del Tirino.
Dal 1965 ai primi anni 90 il lago è stato navigato da due Pescatori nativi di Capodacqua che attraverso delle imbarcazioni in Legno Chiamate in dialetto “NAV” praticavano la pesca alla Trota per un’economia di sussistenza. Ci piace ricordare un uomo simbolo del lago di Capodacqua il pescatore PEPP MEZZON.